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Prima stagione dopo la ristrutturazione

La struttura riaprirà i battenti il 7 aprile. In maggio prevista l’inaugurazione della sala dedicata alla musica.

Riaperto lo scorso settembre dopo una forzata chiusura dovuta a importanti lavori di ristrutturazione della sede e sistemazione definitiva della collezione permanente, il Museo etnografico del Malcantone di Curio si prepara ora ad affrontare una nuova stagione che inizierà ufficialmente il 7 aprile e che si profila particolarmente significativa in particolare perché il 19 maggio verrà presentata al pubblico la nuova sala dedicata al tema “Cantare, ballare, suonare” che completa ora il percorso espositivo. L’importante infrastruttura è stata fondata nel 1985 con lo scopo di raccogliere e divulgare le testimonianze della storia regionale. La sua sede è il bel palazzo dell’ex scuola maggiore e di disegno, edificata a Curio nel 1854 su progetto dell’architetto Luigi Fontana, acquistata e restaurata nel 1970 dall’Ente turistico del Malcantone e aperta ufficialmente nel 1987. Durante un trentennio il Museo ha saputo sviluppare una multiforme attività: mostre, pubblicazioni, animazioni, viaggi, valorizzazione di oggetti nel territorio malcantonese. Importanti e proficue sono state le collaborazioni con scuole di ogni grado, l’Ente turistico, la Regione e i Comuni, mentre la struttura (che come noto oltre a Curio comprende anche il Museo della pesca di Caslano) è divenuta un tassello importante della rete di 11 musei etnografici ticinesi, riconosciuti e coordinati dallo Stato tramite il Centro di dialettologia e di etnografia di Bellinzona. In proposito merita di essere ricordato Giancarlo Zappa (1927-2008), primo curatore, che ha sempre voluto che si considerasse la regione come una molecola del grande Mondo, con le sue specificità, ma anche con una serie di legami, spesso sorprendentemente lontani e profondi, con altre culture. «La cultura – diceva – è come il melograno, unitaria e composita». In questo ordine di idee il principale campo di azione è sempre stato lo studio e la documentazione dell’emigrazione, componente essenziale della storia malcantonese.

Oggi il Museo si presenta ai visitatori in una veste completamente nuova. L’edificio che lo ospita è stato ristrutturato e ridipinto nei colori originali, mentre l’allestimento interno è stato ripensato nelle forme e nei contenuti. Partendo dalla sintetica illustrazione della storia regionale e della vita quotidiana di un tempo il percorso espositivo accompagna il visitatore alla scoperta dei fenomeni migratori tradizionalmente legati a tutti gli ambiti dell’arte della costruzione che per secoli hanno caratterizzato la vita dei malcantonesi. Nel progettare l’allestimento si sono seguite due direzioni opposte, ma non contraddittorie: da una parte si sono organizzati spazi, in particolare la grande sala a ovest, dove sono stati selezionati gli oggetti da esporre, limitandone il numero a favore della qualità e del potere evocativo. Dall’altra si possono trovare due ambienti, «Spazzacá» e «Wunderkammer», che seguendo il principio del «visible storage» , propongono oggetti raggruppati secondo schemi non tradizionali, obbligando il visitatore a un ruolo attivo, per compiere lui stesso un’analisi-sintesi di quanto trova. Il percorso è pensato come un piccolo viaggio in un labirinto sensoriale, nel corso del quale ciascuno può liberamente lasciarsi catturare da ciò che suscita interesse, viaggiare con gli occhi e la mente verso inconsueti orizzonti spaziali e temporali, approfondendo quanto desidera grazie anche ai contenuti multimediali proposti su degli schermi interattivi che accompagnano i vari temi, seguendo il fil rouge «Il Mondo nel Malcantone, il Malcantone nel Mondo» guardando non solo al passato, ma che toccano anche il presente e il futuro della società. Completa, come accennato, il percorso la nuova e ultima sala che sarà dedicata alla musica popolare che verrà consegnata al pubblico ufficialmente il 19 maggio prossimo in occasione della Giornata dei musei.

In calendario, oltre a questo appuntamento e alla normale attività museale, si segnala che a partire dal prossimo autunno, nell’ambito dell’ ”Accademia degli zoccoli”, sono in programma diversi incontri serali con la partecipazione di illustri conferenzieri volti in particolare ad approfondire temi legati al Malcantone. Un momento particolarmente importante avrà luogo verso anno con la presentazione a Breno del diario di Giovanni Anastasia: un contadino dell’omonimo villaggio, vissuto nel XIX secolo, che ci ha lasciato migliaia di pagine testimonianza preziosa della vita dell’epoca, che oggi il Museo ha deciso di riunire in una pubblicazione.

Ricordiamo che il museo resta aperto da aprile a ottobre, il mercoledì e la domenica dalle 14.00 alle 17.00. Visite fuori orario su appuntamento. Entrata: 5 franchi adulti, 3 franchi ragazzi; Entrata gratuita per i membri dell'associazione, carta Raiffeisen, carta studenti. Sconto per Ticino ticket.

Per ulteriori informazioni: www.museodelmalcantone.ch 

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