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La ‘bügada’ al museo

Un’avventura che si traduce in un viaggio nel tempo e consente di entrare in contatto fisico con l’ambiente e le abitudini della vita di una volta. È quanto propone il progetto ideato da un gruppo di cinque donne residenti a Curio e a Novaggio.

Un progetto che mira a far conoscere ai bambini le tecniche di lavaggio dei panni che venivano utilizzate quando non esisteva la lavatrice.

L’iniziativa intende riattivare la memoria legata ai luoghi e all’attività in questione. In altre parole, si vuole far rivivere un pezzo di storia quotidiana. Non solo. Il progetto rappresenta un tentativo di mantenerlo in vita, il passato. Attraverso la pratica degli usi e dei costumi di una volta, i partecipanti si rendono conto dell’impegno della mansione. Tutto quello che oggi fa la lavatrice in poche ore, senza che noi ci dobbiamo pensare, solo qualche decennio or sono era un lavoro che si faceva con le mani. Comportava un maggiore impiego di tempo (più giorni), lo spostamento al lavatoio e permetteva così anche di mantenere vive le relazioni sociali della comunità. L’esperienza mostra diversi pregi pure dal profilo didattico. Ai bambini viene dapprima spiegato il ‘come si faceva una volta’. Per prepararli emotivamente, gli si racconta una fiaba inventata in cui si possono immedesimare, con protagonista una lavandaia. Poi, sono coinvolti nella ‘bügada’, nel senso che anche loro lavano la maglietta sporca portata da casa manipolando vecchi utensili e materiali. Una volta insaponato, il bucato viene messo in un mastello su cui in seguito si rovescia acqua bollente e cenere (ranno). I panni vengono quindi risciacquati al ruscello adiacente al lavatoio del paese e si stendono al Museo del Malcantone di Curio. Nel percorso, in cui sono toccati i cinque sensi, alcuni anziani del paese incontrano i bambini, con l’intento di favorire lo scambio culturale fra le generazioni. L’attività consente inoltre un confronto fra le modalità di lavaggio odierne e passate. E permette di riflettere sulla maniera in cui una volta ci si prendeva cura della biancheria e dei capi di abbigliamento. Allora, i vestiti erano pochi, non venivano lavati soltanto per una macchietta, come si tende a fare oggi. Quando si strappavano, si rammendavano con cura. Insomma, dall’attività di un giorno si possono trarre una serie di spunti interessanti da sviluppare in aula. Finora alla ‘bügada’ hanno partecipato classi delle scuole elementari di Novaggio, con soddisfazione di maestri e allievi. Il progetto ha trovato la sua scenografia ideale nel Museo etnografico del Malcantone di Curio, favorendo così una sua fruizione attiva, e nel lavatoio del paese. Una sorta di luogo d’iniziazione e di crescita per generazioni di donne, oggi in disuso. Dal canto suo, anche il curatore del Museo del Malcantone Bernardino Croci Maspoli è molto soddisfatto del progetto. «Noi ci siamo limitati a mettere a disposizione gli spazi e il materiale. Al resto hanno pensato le ideatrici dell’iniziativa. Per noi è un’iniziativa molto interessante perché crea un’animazione al Museo, che così entra in contatto con il mondo della scuola». Le ultime ‘bügade’ sono previste nei prossimi giorni con gli allievi della Scuola elementare di Bedigliora. Ma dovrebbero riprendere nella primavera del 2010. A.R.

La Regione Ticino, 29.09.2009

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