Transizione, attese e molta umanità. Sono gli aspetti che, fra altri, hanno caratterizzato il 2008. Ma anche approfondimento e affinamento.
Cospicue energie si sono convogliate al piano, a Caslano. Accanto alla normale attività dell’attuale museo della pesca, doveva prendere avvio il cantiere per la realizzazione della nuova sede a lago, quella di Villa Carolina. Dopo la fase legata al progetto, al suo finanziamento, all’acquisto dal Comune di Caslano della Villa e alla delibera dei lavori con appalto pubblico, vi è stato l’intoppo di un ricorso privato, appianato poi a fine anno. Ma, nell’attesa, fare di necessità virtù ha significato riprendere il progetto, rivedere i contenuti, affinare ogni dettaglio per guadagnare maggiori motivazioni al momento opportuno, grazie anche alle riconosciute qualità di allestitore di Felix Burkard.
Transizione anche a Curio. La decisione di prolungare la mostra sull’attività e sull’emigrazione dei fornaciai malcantonesi si è fondata su diversi aspetti: non solo l’interesse mostrato dai visitatori, non solo nuovi elementi ad arricchire la mostra, ma anche ricerche nuove, nuovi filoni umani e generazionali sparsi in Europa a riannodare contatti tramite il museo con il Malcantone, terra d’origine. Da fornaci ora in gran parte in disuso, ulteriori testimonianze, ma anche desiderio palpabile di parecchi discendenti di fornaciai a riallacciare rapporti: visite, scambi, incontri. Molta umanità. Nel frattempo si è attivitato un gruppo di volontari (Carla Devincenti, Gianna Leoni, alle quali si è aggiunto l’altrettanto prezioso apporto di Daniele Pedrazzini, che da poco ha dismesso la sua attività di docente liceale): con amorevole pazienza e puntigliosa dedizione, sta riordinando carte e materiali attorno alla figura di Oreste Gallacchi, uomo politico di Breno e deputato al Gran Consiglio, per narrarne opere e vicende e illustrare come si viveva nel Malcantone a cavallo fra ‘800 e ‘900. Sarà il tema della nuova mostra per il 2009.
Molta umanità, si diceva. In effetti fa piacere constatare che il museo può anche essere un crocevia, luogo e occasione per incontri umani, a volte anche commoventi : basta sollevare un coperchio, proporre un tema e oggi poter fruire di un sito, quale planetaria pagina aperta ad ogni lettura. È così che di recente vi sono stati incontri, complice il tema dell’emigrazione dei fornaciai, con la docente Donatella Ferrari (originaria di Monteggio e discendente anche dei Gagliardi ) di Sale delle Langhe (Piemonte) e con Wilma Pavan-Dellagiovanna (cognome di Beride), residente a Treviso, che in particolare assieme ad alcune foto ha donato al museo due bei vasi cotti presso la fornace Dellagiovanna a inizio '900.
Ma anche, per fare un altro esempio, a inizio ottobre 2008, la visita a Curio (dapprima al Museo, poi in Municipio, seguito da un convivio in casa di Guido Corti, con altri discendenti di questa famiglia malcantonese) di Pedro e Gabriela Corti,di La Plata (Argentina). Ad originarla, un evento: il 5 novembre 2006 nel comune malcantonese fu rievocata, a 150 anni dalla nascita, la figura di padre Faustino Corti (Curio 1856- Mangalore 1926), gesuita e per 30 anni missionario fra i parias dell’India, a Mangalore appunto. Un fratello di Faustino, Pietro Francesco ( 1883-1958) era emigrato all’inizio del Novecento in terra argentina. Pedro , suo discendente di terza generazione, seppe dell’evento e da tempo desiderava conoscere la sua terra d’origine, mai vista. Giunto finalmente a Curio, con commovente semplicità, aprì il portamonete nel quale da sempre teneva la foto di padre Faustino. Anche questo è il nostro museo. Passato e presente, uniti per il futuro.
Gianrico Corti Presidente dell’Associazione Museo del Malcantone