Viene chiamato "Sotmont" quel tratto di strada compreso tra i Vigotti di Maglìaso e il Vallone di Agno. Una strada solatia che costeggia l'amena riva del lago e sopra le stanno ronchi e boschi.
Oggidì si presenta larga, comoda ed asfaltata con un marciapiede. Ai tempi dei tempi era una comune via di comunicazione benché facente parte dell'antica e rinomata Strada Regina che ebbe la sua importanza.
A mezzo del percorso è sempre esistita un'apertura tra due pilastri diroccati come avvio ad un sentiero che conduce, a traverso i boschi, fino su a Cassina d'Agno. Ora, quel luogo venne sempre designato con il curioso nome di "Portina Santa" ed ha la sua buona ragione, da ricercarsi nella tradizione popolare o nella leggenda che si riferisce al famoso ratto della statua di San Provino che si venera nella chiesa plebana di Agno. Si racconta, a proposito di questo antico busto tutto scintillante d'oro e di gemme, che da tempi memorabili aveva sempre suscitato ammirazione, ed anche invidia, per non dire cupidigia. Si vuole appunto che certi parrocchiani di Marchirolo, convenuti alla tradizionale fiera, maturarono il disegno di rapire il busto del santo patrono di Agno.
Aspettarono l'estate, e, un bel giorno, vennero al borgo sul meriggio assolato, con un carro carico di fieno. Approfittando dell'ora della siesta sul meriggio afoso e quieto, penetrarono in chiesa, presero il busto di San Provino, lo nascosero entro il fieno, e via col carro trainato da buoi.
Ma, giunti i ladruncoli a mezzo percorso di "Sotmont", proprio davanti ai due pilastri, il carro automaticamente si fermò e non ci fu mezzo di far avanzare i buoi nonostante le staffilate. Non si mossero d'un dito.
Nel frattempo, le campane della plebana di Agno cominciarono a suonare a stormo senza che nessuno tirasse le corde. I borghigiani accorsero alla chiesa e scoprirono la malefatta. Il busto di San Provino era stato rapito. Si diede l'allarme e, gruppi di uomini, percorsero la Strada Regina, da Agno a Lugano, e da Agno verso Maglìaso. Fu appunto a mezza strada di "Sotmont", che gli inseguitori s'imbatterono nel carro che ostruiva la strada. Dinanzi al veicolo che non riusciva a proseguire, neanche a spingerlo a tutta forza, essi pensarono: "se il carro non si muove, gli è che una forza misteriosa lo impedisce. Frughiamo entro il fieno, forse è nascosta la statua del nostro santo." Infatti, dopo che ebbero sfasciato il cumulo di fieno, ecco apparire il busto di San Provino.
La tradizione non dice il seguito dell'avventura con l'arresto dei profanatori di statue benedette. Ma, da quell'epoca, il luogo dove avvenne il miracolo detto del carro dei buoi, venne chiamato "Portina Santa".
Maria Cavallini Comisetti
Almanacco della Croce Rossa Svizzera", 1968; Fiabe e leggende del Ticino, Vol. 1 Sottoceneri, Centro didattico cantonale, Massagno