Alcune case del vecchio Morcote e, secondo la leggenda, anche la chiesa e il campanile, per sostegno manco, sprofondarono nel lago.
Anch'oggi, se la bufera sconvolge il Ceresio, dall'intimo delle acque si dice risalga un cupo suono di campane, rotto dal fragore delle onde. Tocchi lugubri, che pare ripetano il disperato dolore dei poveri scomparsi, in quella tragica notte.
Nelle fauste ricorrenze, le vecchie campane mandano su a fior d'acqua un fievole, remoto tintinnio.
A volte, si direbbe che le campane sprofondate stieno ad ascoltare le campane di Santa Maria, che, dalla loro aerea loggia, lanciano squilli giocondi sulle case, raccolte a semicerchio attorno alla stretta riva.
A volte, le campane del lago e le campane del promontorio, fondono le loro onde sonore, armonizzando con ritmi pieni di fascino.
Le campane del lago danno suono in virtù della fantasia del popolo, che ha saputo richiamare con poetica eco ai morcotesi, il disastro che funestò la loro graziosa borgatella.
V. Chiesa, L'anima del villaggio, Gaggini, Lugano 1934